È prassi che, seppur carichi di tutti quei pensieri, quelle azioni e quella passione che li hanno generati, gli scarti di un’operazione artistica vengano fatti a pezzi ed eliminati.
Questa sorte non è toccata agli elementi inutilizzati dell’opera “Forme di carne” di Francesco Ardini. Una serie di oggetti in ceramica biscotto che, dopo essere stata dimenticata per sei anni negli spazi nascosti del suo atelier, ci è stata donata dall’artista per essere decorata.
Il pezzo di dimensioni maggiori è stato dipinto a più mani dal collettivo Sbittarte durante una serata ludico‑ricreativa di pittura su maiolica, appuntamento itinerante ospitato una volta al mese nella hall di Le Nove hotel. Le variazioni più piccole sono state invece affidate alle mani di singoli artisti che gravitano attorno allo stesso gruppo: due esperti, tre giovani promesse ed una calligrafa appassionata di ceramica.
Attraverso un’azione collettiva, questi scarti hanno quindi trovato nuova vita e nuovo senso, diventando espressione delle potenzialità della comunità artistica informale che gravita intorno al mondo della ceramica di Nove e Bassano del Grappa.
—Emanuel Lancerini
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Scarti / Riscatti
L’azione genuina e silenziosa di chi ha una visione che valica gli ambiti territoriali, si confronta a volte con realtà locali nelle quali instaurare relazioni e positive interazioni. È un’attività germinativa di idee dettata dalla curiosità, ma soprattutto dalla passione nel voler comprendere e partecipare a processi che sono insieme creativi e produttivi, contribuendone per la propria parte.
Da quando Le Nove hotel ha aperto le proprie porte al pubblico, si è contraddistinto per un’attenzione particolare alla componente ceramica; non un debito di riconoscenza, ma uno sguardo cosciente volto a valorizzare la ricerca espressiva e il confronto con il mercato contemporaneo. Sensibilità non comune, grazie a Emanuel Lancerini e a quanti con lui collaborano, che anche in questa occasione si concretizza con un progetto espositivo particolare legato al territorio in un’ottica propositiva.
La casualità del dono di alcuni semilavorati opera di Francesco Ardini, elementi destinati altrimenti alla distruzione (al greparo), è stata colta quale occasione per creare qualcosa di nuovo. I singoli pezzi, originariamente parte della serie “Forme di carne” del 2012, erano degli scarti: l’intuizione e l’incontro tra possibilità ha portato al ripensarli con una nuova identità. È il recupero di qualcosa di molto recente, qualcosa che si è visto poco in quella che, da tempo, si considera terra di ceramica; opere qui realizzate, in un atelier d’artista insediatosi in una precedente azienda ceramica. Un artista con una formazione da architetto, pressoché autodidatta nel campo ceramico e dalla riconosciuta fortuna di pubblico e critica in Italia e all’estero. Possiamo qui rilevare un passaggio fondamentale nella gestazione di questa piccola nuova collezione.
Essa si inserisce in un percorso ospitato nell’Hotel e che, di volta in volta, ha visto protagonista l’interazione tra artisti e artigiani, critici e gruppi promotori dell’arte, amatori e semplici curiosi. A differenza di altre operazioni apparentemente simili, non si tratta di una produzione seriale, magari di un unico oggetto proposto per essere rivisitato da singoli artisti. Non si tratta nemmeno del rinverdire forme della tradizione attraverso il nome di un designer à la mode o un brand che ne fagociti la precipua storicità. Siamo piuttosto di fronte ad un’azione congiunta che trova esito in opere differenti per dimensioni, varietà interpretativa e soprattutto inserita in un contesto attento all’idea di collettività.
Quella dimensione creativa singola oggi può essere vista con nuova luce grazie ad una illuminata attività di coordinamento e coinvolgimento, all’apporto estroso di diverse personalità più o meno connesse al mondo ceramico e allo sguardo di una fotografa che di ogni opera ha colto un frammento incisivo. Con la prospettiva di continuare ad indagare aspetti particolari del processo creativo e produttivo nella ceramica, l’attenzione sin qui posta ne segna un primo passo: avanti sempre!
—Marco Maria Polloniato
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un progetto
Fuori Portoni
a cura di
Emanuel Lancerini
scarti d’arte di
Francesco Ardini
artisti
Elisa Andretta
Bajo (Fabio Baggio)
Stefano Bertoncello Collanega
Fisko Pottery (Mirko Marcolin)
Scarabisso (Giulia Perin)
Giulio Polloniato
Sbittarte
testo critico
Lampi Creativi / M M Polloniato
fotografie
Monia Merlo
progetto grafico
hstudio.it